Occultista, scrittore, mago e pittore: Aleister Crowley è una figura enigmatica, ambigua e affascinante di cui si possono leggere e sentire i pareri più contrastanti. Definito “l’uomo più malvagio del mondo” e fonte di ispirazione del Satanismo, Crowley fu uomo di profonda cultura che nacque in Gran Bretagna nel 1875 da una famiglia facoltosa, viaggiò moltissimo e soggiornò in diversi paesi, morendo nel 1947 all’età di 72 anni nella patria natia.
In internet si possono trovare numerosi biografie e articoli che parlano della sua incredibile vita, eppure non c’è modo migliore per capire veramente il pensiero di un autore se non leggere una sua opera, senza intermediazioni di altri scrittori e critici. Una volta, in libreria, mi ero imbattuta nel suo famoso libro Magick, ma mi è sembrata subito una lettura un po’ ardua per approcciarsi ex novo al mondo di Crowley.
Ho così trovato per caso online questo bellissimo volumetto edito dalla casa editrice ABEditore che racchiude un suo breve racconto del 1913 intitolato “Il testamento di Magdalen Blair”.
Il libro, che ha un costo davvero accessibile (6,90 €, e online si trova ad ancora meno), merita già solo per la veste grafica molto curata, caratterizzata da elementi decorativi gotici e illustrazioni in bianco e nero.
Il racconto, invece, è davvero inquietante. Credevo di aver letto abbastanza storie dell’orrore, ma questa è davvero originale e scioccante. Forse anche perché l’ha scritta Crowley e se ci si informa un po’ sulla sua vita e sul mondo dell’occulto non si può non leggere la vicenda in una maniera “diversa” e più profonda. Anche la traduzione, a cura di Luca Moccafighe, l’ho trovata molto curata perché tiene conto del linguaggio ricco, ridondante e impressionante che è parte fondamentale della storia.
Nella quarta di copertina possiamo leggere che Frank Harris, uno dei più noti amidi ci Oscar Wilde, non esitò a definire “Il testamento di Magdalen Blair” come “la storia più terrificante” mai scritta.
Il racconto narra la storia di Magdalen, una giovane donna inglese dall’estrema sensibilità che, durante il suo percorso per divenire una scienziata, scopre di poter sentire e percepire i pensieri altrui. Ma ben presto scoprirà che questa facoltà può essere terribile, soprattutto se forze oscure e ignote prendono possesso di coloro che le stanno accanto.
Non voglio fare spoiler, ma posso dire che la storia è un crescendo di follia: l’idea che vi è alla base è davvero tremenda e si fonda su una paura “umana” che non può lasciare indifferenti.
Personalmente mi è piaciuto molto ed è un racconto che mi ha lasciato il segno. Il modo di scrivere di Crowley riesce a coinvolgere e a terrorizzare: può fare riflettere in maniera piuttosto angosciante sulla vita, sulla morte e su vari concetti esistenziali, così come appagare il lettore più razionale amante delle storie horror. Mi chiedo cosa stava facendo Crowley mentre lo scriveva, poiché il tormento che vi è racchiuso sembra molto reale e vissuto.
Aleister Crowley non è per tutti, così come non è per tutti questo racconto. Purtroppo mi è capitato di leggere delle tristissime recensioni online di gente che criticava la storia “perché non succede niente”, bollando lui come un povero pazzo simile allo zio Fester!
Penso che la figura di Crowley ha generato e continuerà a generare sempre pareri contrastanti, nel bene e nel male. Di sicuro però non può lasciare mai indifferenti.
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