Nel suo ultimo libro scritto prima di morire, “Simboli e interpretazioni dei sogni“, Carl Gustav Jung racconta di un caso molto particolare.
Uno psichiatra aveva ricevuto come regalo di Natale un quaderno da sua figlia di 10 anni in cui erano riportati una serie di sogni che la bambina aveva fatto due anni prima. Scrive Jung: “…Non avevo mai visto una serie tanto strana, e capivo bene perché il padre ne fosse sconcertato. Per quanto infantili, avevano un che di misterioso, inquietante, e racchiudevano immagini la cui origine era totalmente incomprensibile. Riporto qui di seguito i motivi salienti:
- “L’animale cattivo” : un mostro simile a un serpente con molte corna, che uccide e divora tutti gli altri animali. Ma dai quattro angoli arriva Dio (in realtà si tratta di quattro dèi), facendo resuscitare tutti gli animali.
- Ascesa al cielo dove si fanno danze pagane e discesa all’inferno dove gli angeli compiono belle azioni.
- Un’orda di piccoli animali spaventa la sognatrice. Gli animali crescono, diventano enormi e uno di loro la divora.
- Un topolino viene penetrato da vermi, serpenti, pesci ed esseri umani. Così il topolino diventa umano. Ciò rappresenta l’origine dell’umanità in quattro stadi.
- Una gocciolina d’acqua appare attraverso la lente di un microscopio: piena di rami. Questa è l’origine del mondo.
- Un bambino cattivo tiene in mano una zolla di terra che getta contro i passanti, i quali diventano cattivi come lui.
- Una donna ubriaca cade nell’acqua e ne esce sobria e rinnovata.
- La scena si svolge in America: molte persone si rotolano sopra un formicaio: gli insetti le attaccano. La sonatrice, in preda al panico, cado nel fiume.
- La sognatrice è in una zona desolata sulla luna. Sprofonda nel suolo fino a raggiungere l’inferno.
- In una visione appare una sfera luminosa, che emana vapori quando la bambina la tocca. Poi arriva un uomo che l’uccide.
- E’ gravemente malata. Improvvisamente dalla sua pelle spuntano degli uccelli che la coprono completamente.
- Sciami di zanzare nascondono il sole, la luna e tutte le stelle tranne una, che cade sulla sognatrice.
Tutti i sogni, nella versione tedesca originale, cominciavano con la classica formula delle fiabe: “C’era una volta…”
Sia il padre che Jung non dubitano della sincerità della bambina ed escludono possano essere elaborazioni coscienti.
Tuttavia Jung non ebbe modo di interrogarla, poiché la bambina morì di una malattia infettiva circa un anno dopo quel Natale.
Analizzando i suoi sogni, si ritrovano temi filosofici e religiosi, temi della distruzione e restaurazione. Si ritrovano le figure archetipiche elaborate da Jung e soprattutto ci sono molte allusioni sia alla morte che alla vita.
Continua Jung: “quando li lessi per la prima volta, ebbi l’inquietante sensazione che preludessero a una imminente disgrazia. (…) Questi sogni facevano intravedere una nuova, terrificante visione della vita e della morte, quale ci si potrebbe aspettare da qualcuno che si fermi a contemplare la sua esistenza trascorsa, anziché volgersi verso la sua naturale continuazione. La loro atmosfera fa pensare a quel detto romano, vita somnium breve, la vita è un breve sogno. L’esperienza dimostra che l’avvicinarsi della morte getta un’adumbratio, un’ombra di presagio, sulla vita e sui sogni della vittima ignara. “
Interessante, vero? io sono rimasta molto colpita dai sogni di questa bambina. Mi hanno evocato immagini ancestrali, suggestive e molto disturbanti. Quando ho letto che è morta la cosa mi ha colpita parecchio, perché un senso di malattia, soprattutto poi infettiva, me l’avevano data parecchi dei suoi sogni, con quell’idea brulicante di insetti, zanzare e vermi.
Per chi vuole approfondire, il libro si legge benissimo, è piccino e divulgativo e lo trovate edito dalla casa editrice “Bollati Boringhieri”.
(Il quadro è di George Tooker – Sleepers, 1959)
chiara
Salve Marina, per caso mi sa dire il nome del libro dei sogni della bambina a cui Jung fece riferimento?
Grazie in anticipo
Chiara
Marina Agazzi
Salve Chiara, purtroppo mi pare non fosse menzionato il nome del libro-quaderno della bambina.
Piacerebbe anche a me sapere se si può trovare da qualche parte e, soprattutto, se è stato pubblicato.
Ora non ho sottomano il libro di Jung, ma appena mi sarà possibile consulto le note bibliografiche e vedo se trovo qualcosa in merito.
Aggiornerò poi nei commenti qui sotto.
grazie mille
Marina Agazzi
Salve Chiara, sono riuscita finalmente a consultare il libro di Jung in cui si parlava di questo caso.
Purtroppo non viene menzionata la pubblicazione del libro della bambina, ma in nota viene riportato questo: “Per un’altra analisi di questo caso vedi Jolande Jacobi, Complesso Archetipo Simbolo nella Psicologia di C. G. Jung, Boringhieri, Torino 1971, pp. 127-75 (edizione originale 1957).
Spero potrà esserle utile!