La diabolica invenzione & Una donna sui binari

Il BFM, ovvero Bergamo Film Meeting, è un Festival cinematografico che si svolge dal 1983. La rassegna è sempre ricca di film interessanti e quest’anno la 36esima edizione (10-18 marzo 2018) aveva come ospite d’onore  Liv Ullman, la musa del grande Igmar Bergman.

Diciamo che l’organizzazione di questo festival dovrebbe essere un po’ migliorata, soprattutto nella gestione dei biglietti.  Ma comunque, lasciamo che a queste cose ci pensino gli addetti ai lavori per le prossime edizioni.

Quest’anno sono riuscita a vedere due film davvero interessanti: il primo è “La diabolica invenzione” di Karel Zeman.

Karel Zeman (1910-1989) è stato un regista e animatore cecoslovacco, noto per la sua ingegnosa tecnica che riesce a mixare disegno animato e riprese. “La diabolica invenzione” è del 1958 e ha fatto incetta di premi, rendendo Zeman l’uomo di spettacolo più famoso della Cecoslovacchia.

Un successo meritato direi, perché il film è davvero uno spettacolo fantastico per gli occhi ancora oggi. E posso aggiungere che ha conquistato anche le nuove generazioni, visto che mi son trovata a guardarlo di mattina con stuoli di scolaresche delle medie che non hanno fatto il casino che temevo, ma anzi.

La pellicola è ispirata alle opere di Jules Verne e alle meravigliose stampe Ottocentesche di Édouard Riou e Léon Benett che, grazie alla bravura del regista, riescono a prendere vita e a fondersi con le scene e  gli attori in carne e ossa.

La trama è questa: Il vecchio professor Roch e il suo assistente vengono rapiti da una banda di pirati capitanati dal potente conte Artigas, il quale mira a impossessarsi della scoperta del grande scienziato, ovvero un potente esplosivo capace di sostituire l’energia ricavata dai combustibili fossili. Una “diabolica invenzione” insomma, se nelle mani sbagliate.

Vascelli che volano, creature mostruose, sottomarini e ingegnose attrezzature subacquee sono fra le protagoniste di questo film, il tutto condito da un’attenzione al dettaglio  incredibile, dove anche le pompe e gli ordigni sono sempre decorati, barocchi e lussureggianti. Un’opera che non può non entusiasmare gli addetti dell’animazione, gli amanti della cultura steampunk e di quella piratesca.

A Praga vi è un Museo interamente dedicato al regista che mostra i suoi metodi di lavoro e il biglietto costa solo 1 €! Vergognosamente io non sono ancora stata in questa città, ma appena avrò l’occasione questo posto sarà incluso nella lista delle cose da fare e vedere.

L’altro film è un capolavoro sottile che merita di essere visto da tutti. Il titolo è Dàma na kolejìch, ovvero “Lady on the tracks”, ovvero “Una donna sui binari”, del 1966.

Il film è di Ladislav Richman (1922-2007) regista ceco e la trama questa: Marie (interpretata da una bravissima Jiřina Bohdalová ) è una tranviera che, oltre a guidare tutto il giorno tram, si occupa delle faccende domestiche e dei figli. E’ innamorata di suo marito Václav, perciò non sente il peso di tutti questi impegni. Un giorno però, mentre sta guidando un tram di punta nella piazza di Praga, scorge il marito che bacia una bionda. Tutte le sue certezze crollano e, abbandonando il tram in mezzo alla folla, decide di vendicarsi: ritira in banca tutti i risparmi e li spende allegramente in abiti e accessori, trasformandosi in una vera signora. Non solo l’aspetto, ma anche l’atteggiamento cambia radicalmente: intima alle donne (che le dicono di accettare passivamente le corna del marito) di ribellarsi e di emanciparsi.

Scena clou: Marie va in un bar e “rimorchia” un ragazzino offrendogli da bere. Un poliziotto in borghese “del buon costume” la arresta per prostituzione e lei si difende dicendo che si è comportata esattamente come fanno sempre gli uomini con le donne.  La sua forza e il suo carattere diventano un esempio per tutte e il marito dovrà sudare per riconquistare l’amore di Marie. Purtroppo però la verità non rispecchia la fantasia e il finale ribalterà tutto.

Il film è sotto forma di musical, presenta molte scene divertenti ma amare al tempo stesso e che portano sempre alla riflessione sulla condizione della donna degli anni ’50 e ’60.

Su YouTube si trova intero, ma  solo in lingua ceca senza sottotitoli.  Purtroppo per ora non sono riuscita a trovarlo da nessun’altra parte, neanche in vendita su Amazon. Comunque qualcosa si capisce lo stesso.

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