Come ogni anno, per me è immancabile un giro alla fiera del libro “Bordighera Book Festival“. L’anno scorso, fra i vari stand, scoprii la casa editrice inTransito edizioni, che pubblica libri davvero interessanti e raffinati sia per contenuto che per estetica. Ogni volume infatti è sempre corredato da illustrazioni che ben si sposano con il testo.

Questo è il primo libro che ho letto della casa editrice inTransito ed è stata una rivelazione: “Il Mal Bianco” di Karel Čapek. Se vi soffermate sull’immagine sotto, che contiene la sinossi del testo, capirete perché.
Ecco…

Quest’anno, grazie alla bella novella “Esther Khan” di Arthur Symons corredata dalle illustrazioni di Aubrey Beardsley, ho riscoperto, grazie alla breve biografia riportata a fine volume, che l’artista morì giovanissimo a 25 anni il 16 marzo 1898 proprio a Mentone, la città più vicina a dove abito ora. Perché sì, abito a Grimaldi di Ventimiglia, l’ultimo paese prima del confine con la Francia, ma di fatto la città da raggiungere più facilmente sia a piedi che in auto è proprio Mentone e non Ventimiglia.

La copia della novella di “Esther Kahn” di Arthur Symons. Sempre editi da inTransito, e che fanno capolino dalla mia libreria, “Cartoline Olandesi” di Čapek, con le illustratori dell’autore stesso e “Le ultime pagine del diario di una donna” di Valerij Brjusov con le illustrazioni di Félix Vallotton.

Ho sempre amato tantissimo quest’artista e però mi ero completamente dimenticata che l’ultima parte della sua breve vita l’avesse trascorsa nel sud della Francia, per cercare di rimettersi, come tanti altri a quei tempi, da una salute gravemente compromessa.

Io e il mio compagno Diego, da devotissimi fan, siamo subito andati a cercare la sua tomba al cimitière du Trabuquet.
Purtroppo la lapide avrebbe bisogno di un bel restauro: le scritte si leggono davvero poco. Noi la prossima volta gli porteremo dei fiori: bianchi e neri sarebbe il massimo dell’omaggio.

La tomba di Beardsley al Cimetière du Trabuquet con vista sulla splendida città di Menton sullo sfondo.
Purtroppo le incisioni si leggono davvero male, comunque vi è scritto: “Aubrey Beardsley – Died March 16 1898 – aged 25 – In manus tuas domine commendo spiritum meum R.I.P. (ovvero, Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito )

Scoprii l’arte di Beardsley soprattutto grazie al libro di mio padre “Il mito del vampiro in Europa”, un saggio degli anni ’70 ormai introvabile. Mio padre fu uno dei pionieri sull’argomento e per documentarsi andò anche in Transilvania, in un’epoca in cui l’Europa dell’Est era tutt’altro che accessibile e ospitale, visto che vi era la dittatura comunista.
Per la copertina scelse la bellissima Salomé di Beardsley, e posso dire che quell’immagine ha segnato la mia infanzia per tanti, ottimi, motivi. (All’interno poi vi erano anche opere di altri artisti molto interessanti, fra cui Alberto Martini).

La copertina del saggio di mio padre Renato Agazzi “Il mito del Vampiro in Europa” con l’opera di Beardsley la Salomè.

Il giorno in cui siamo andati a visitare la tomba era il 29 agosto: mio padre avrebbe compiuto 75 anni. E mi è piaciuto ricordalo così. Con uno degli artisti che amava di più.